mercoledì 21 agosto 2013

AGORAFOBIA...VAI VIA!



Il termine agorafobia deriva dalla parola greca Agorà che significa piazza. L’agorafobia è conosciuta comunemente come “paura degli spazi aperti”, in realtà chi ne soffre teme tutte le situazioni in cui è difficile scappare o ricevere soccorso, così evitandole, tiene a bada l’ansia che da esse ne deriva. Si tratta di persone che evitano di uscire da soli, di stare in casa da soli, di guidare o viaggiare, di frequentare luoghi affollati come concerti, fiere, di prendere l’autobus, l’aereo, la metropolitana, l’essere sopra un ponte, un ascensore…
Come si può ben capire le possibili situazioni che chi soffre di agorafobia tenta di evitare sono molteplici e a volte anche di necessità quotidiana. 

QUALI SONO I CRITERI DIAGNOSTICI DEL DSM PER PARLARE DI AGORAFOBIA?
A. Ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dai quali sarebbe difficile (o imbarazzante) allontanarsi o nei quali potrebbe non essere disponibile aiuto nel caso panico.
B. Le situazioni vengono evitate (per es., gli spostamenti vengono ridotti) oppure sopportate con molto disagio o con l’ansia di avere un Attacco di Panico o sintomi tipo panico, o viene richiesta la presenza di un compagno.
C. L’ansia o l’evitamento fobico non sono meglio giustificabili da un disturbo mentale di altro tipo, come Fobia Sociale(per es., evitamento limitato alle situazioni sociali per timore di essere imbarazzato), Fobia Specifica (per es., evitamento limitato ad una singola situazione, come gli ascensori), Disturbo Ossessivo-Compulsivo (per es., evitamento dello sporco per gli individui con ossessioni di contaminazione), Disturbo Post-traumatico da Stress (per es., evitamento di stimoli associati con un grave fattore stressante) o Disturbo d’Ansia di Separazione (per es., evitamento della separazione dalla casa o dai familiari).

E’ importante prendere in considerazione questo disturbo quando la propria vita inizia ad esserne totalmente o in parte condizionata. Spesso queste persone provano frustrazione e vergogna per il loro stato. Questo le porta ad essere a rischio di sviluppare altre condizioni di malessere, come la depressione o l’uso di sostanze stupefacenti. Anche l’isolamento e l’evitamento di rapporti sociali sembra essere spesso rilevante in questo persone con il passare del tempo.

DA DOVE NASCE L’AGORAFOBIA?
L’elemento centrale dell’agorafobia sembra essere la paura. È essa che prende il sopravvento ed impedisce di reagire. Si ha paura al momento presente o si teme di trovarsi in una situazione spiacevole. Alla base di questa paura vi è quasi sempre un disagio personale profondo, le cui caratteristiche e specificità possono essere comprese solo grazie ad un percorso terapeutico, contesto che permette un’analisi profonda della propria vita e delle proprie relazioni familiari e sociali. Generalizzando si tratta di persone che spesso, nella vita adulta, si sentono in qualche aspetto inadeguate, senza troppa fiducia in se stesse e alla ricerca di una figura protettrice.

COME AFFRONTARLA?
Normalmente le persone che soffrono di agorafobia tendono ad evitare le situazioni che sentono pericolose. Questa strategia porta ad un benessere immediato perché si evita la paura di quel momento, ma a lungo andare diventa deleterio e frustrante.
Se i sintomi persistono è importante rivolgersi ad uno psicologo per poter capire e comprendere ciò che il sintomo vuole dire al paziente.  In un percorso solitamente si aiuta il paziente a costruirsi gli strumenti per superare in modo graduale e senza troppe forzature le situazioni paurose con l’obiettivo di far tornare la persona autonoma e fiduciosa nelle proprie risorse comprendendo che l’evitamente porta al peggioramento del problema.
Utilizzare solo una terapia farmacologica, non per forza sempre necessaria, sarebbe come coprire con un cerotto una ferita, senza però lasciarla guarire comprendendone le cause.
Con problematiche di questo tipo, non basta rassicurare la persona dicendole che non deve avere paura in quella particolare situazione che a noi, da fuori, sembra così banale; occorre aiutarla ad affrontare passo per passo le sue difficoltà nei tempi giusti per quella persona. Essere frettolosi potrebbe peggiorare i sintomi di panico! Ecco perché l’aiuto di uno specialista sembra essenziale, sia come base sicura che come definizione del timing corretto!


 Dott.ssa Laura Prada

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